Di seguito, due interessanti articoli, assolutamente indipendenti, tradotti dal georgiano, sulla antichissima storia della Dinastia Reale Bagrationi e l'attualità politica e culturale della Monarchia in Georgia.
La crisi politica scatenata dalle controverse riforme costituzionali promosse dal governo continua a dividere il paese, con l’opposizione che ha chiesto al primo ministro di indire un referendum per sapere l’opinione dei cittadini. Anche il Patriarca della Chiesa ortodossa Ilia II ha voluto esprimere la propria opinione, proponendo una soluzione provocatoria: il ripristino della monarchia. Durante un sermone del 18 giugno,
affrontando questo argomento, il Patriarca ha infatti ricordato che la
Georgia potrebbe essere la più antica tra le monarchie attualmente esistenti, aggiungendo che “un eventuale passaggio alla monarchia costituzionale non può avvenire dall’oggi al domani, ma va tenuto in considerazione analizzando il passato, il presente e il futuro del paese”. La proposta di Ilia II, che in quanto capo della Chiesa rappresenta la più potente e popolare carica del paese, si è ben presto rivelata più di una semplice provocazione, al punto che il giorno successivo il presidente del parlamento Irakli Kobakhidze ha incontrato Eka Beselia, capo del Comitato per le questione legali, parlando proprio dell’eventuale possibilità di proporre un referendum consultivo sul passaggio dalla repubblica alla monarchia. Mentre il partito di governo, attraverso le parole del vice-presidente del parlamento Giorgi Volski, ha affermato che un eventuale passaggio alla monarchia “potrebbe portare cambiamenti positivi”, l’opposizione ha criticato all’unanimità la proposta lanciata dal Patriarca, ritenuta retrogada e dannosa per il paese. Secondo Gigi Ugulava, ex sindaco di Tbilisi appartenente al Movimento per la Libertà – Georgia europea, principale partito dell’opposizione, “la monarchia non può e non sarà ripristinata”; mentre per i membri di Girchi, partito d’opposizione extra-parlamentare famoso per le proprie battaglie a favore dell’abolizione della leva obbligatoria, l’iniziativa sarebbe “l’ennesimo tentativo di distrarre i georgiani dagli emendamenti costituzionali in corso”. L’idea di ripristinare la monarchia ha comunque dei precedenti in Georgia: già nel 2009, in seguito a una crisi politica, il Patriarca consigliò a governo e opposizione di trasformare l’allora sistema presidenziale in una monarchia costituzionale. L’iniziativa, che venne inizialmente considerata dall’opposizione, fu subito bloccata da Saakashvili, secondo cui il ripristino della monarchia avrebbe fatto gli interessi del Cremlino. Il Regno di Georgia venne fondato nel 1008 da Bagrat III,
il quale raccolse l’eredità delle diverse entità statali che si
succedettero in queste regioni nei secoli precedenti. Sopravvisse fino
al XV secolo, quando – in seguito alle continue invasioni di popoli
provenienti dall’Asia Centrale – collassò, dando vita a una serie di
regni e principati minori. La dinastia dei Bagrationi continuò ad amministrare queste entità fino al XIX secolo, quando venne deposta in seguito all’annessione della Georgia all’Impero russo. Mentre la maggioranza valuta se prendere in considerazione un eventuale ritorno alla monarchia, i discendenti della Casa reale dei Bagrationi sono da tempo impegnati a risolvere una complicata disputa dinastica che al momento vede sfidarsi tre principali pretendenti al trono. Essi sono il contestatissimo Davit Bagrationi-Mukhraneli,
appartenente al ramo dei Bagrationi-Mukhrani, trasferitisi in Spagna in
seguito alla presa di Tbilisi da parte dell’Armata Rossa nel 1921, il vecchio Nuzgar Bagration-Gruzinski, del Casato dei Gruzinski, discendenti dell’ultimo sovrano georgiano regnante, Giorgi XII, ed il giovane Irakli Bagrationi-Imeretinsky che, oggi, gode del sostegno della maggioranza della nobiltà, dei monarchici e della Chiesa Ortodossa, oltre che una larga e crescente simpatia fra la popolazione.
Il 25 ottobre 2007 il parlamento di Tbilissi è stato chiamato dai partiti d’opposizione a discutere l’ventualità dell’instaurazione di una monarchia costituzionale, se questo progetto dovesse andare a buon fine cio’ significherà che una della più antiche dinastie del mondo sarà restaurata sul trono. Certo oggi non tutti gli storici sono concordi nell'affermare che i Bagratidi discendono dal profeta Davide, eppure la leggenda nata fin dall’alto medioevo ad opera del cronista Mosè di Khorene è curiosa. Essa racconta di come, nel VI secolo Avanti Cristo, 7 fratelli cacciati dalla Palestina avessero trovato rifugio tra le montagne del Caucaso. Come Gesu’ Cristo questi 7 fratelli sarebbero appartenuti alla dinastia dei Re d’Israele. Tre di essi si sarebbero stabiliti in Armenia mentre gli altri quattro nella vicina Georgia e uno di questi ebbe un figlio, Bagrat, fondatore dell’omonima dinastia... In ogni caso anche se i Bagration, a prescindere dall’ascendenza biblica, restano comunque una della dinastie più antiche del mondo, in concorrenza con la dinastia Imperiale Giapponese. Comunque gli specialisti non riescono ad accordarsi sulle loro reali origini: alcuni di loro affermano che il nome discende dall’antico persiano “Bagadata” cioè “donato da Dio”. Già nel I secolo Avanti Cristo un certo Bagratades è vicerè di Siria sotto Tigrane il grande. Nelle cronache il nome della dinastia Bagratuni appare nel 314 Dopo Cristo come quello di feudatari della regione di Speri, attuale Ispir, nella Turchia nord-orientale che in seguito governarono i principati di Samtzkhé e di Klajerti sotto la sovranità persiana, più tardi gli imperatori bizantini gli conferirono il titolo di “curopalates”. Nel V secolo i Bagratuni ricevettero il titolo di “thagadir” o “posa-corona” dei re Arsacidi d’Armenia. In realtà la certezza dell’esistenza dei Bagratuni è provata solo a partire dall VIII secolo col declino del clan rivale dei Mamikonian: nel 772 dopo la vittoria dopo la vittoria musulmana di Bagrevand, uno di loro, certo Vassak figlio di Aschot III il cieco, principe d’Armenia, si stabilisce nei monti di Klarjeri dove sposa la figlia di un nobile locale. Nell’813 suo nipote Aschot I si proclama principe d’Iberia –l’antico nome della Georgia-, con il sostegno di Costantinopoli. I suoi discendenti si divideranno in rami rivali tra loro finchè Adanassé II nell’888 restauro’ l’antico Regno di Georgia. Mentre un ramo dei Bagraditi continuerà a governare l’Armenia fino al XII secolo, Bagrat III (1001-1014) completa l’unificazione del Regno conquistando l’Abkazia. Nel corso dell’XI secolo essi mantengono una precaria indipendenza minacciati alle loro frontiere dai Bizantini e dai Turchi Selgiucidi. L’età d’oro dei Bagration inizia con il regno di Davide IV il costruttore (1089-1125) che nel 1122 occupa Tbilissi e ne fa la sua capitale. L’Impero Georgiano si estende allora dal Caucaso all’Iran e verso l’Asia Minore. Il nipote di Davide, Giorgio III è il primo a portare il titolo persiano di Shahinshah – re dei re – nonchè dell’altro titolo altisonante di “padrone di tutto l’Occidente e l’Oriente”. Sua figlia Tamara (1160-1213) meriterà il titolo di “regina delle regine”, associata al trono dal padre all’età di 24 anni, bella e intelligente, Tamara eserciterà la sua autorità fino al Mar Caspio favorendo la creazione dell’Impero greco di Trebisonda. Molto caritatevole essa dedicherà ai poveri un decimo delle entrate dello stato. Si dice anche che essa avesse appetiti canali insaziabili: la leggenda dice che ogni sera attitrava nel suo palazzo un giovane viandante e, dopo una notte d’amore, lo facesse gettare nelle gole del fiume Terek... Sposando il principe di Ossezia, Davide Oslan - ritenuto d’ascendenza Bagratide – Tamara diede origine a un nuovo ramo della dinastia georgiana. Con le invasioni mongole il Caucaso inizia un inarrestabile declino: una delle province georgiane fa secessione e un ramo della famiglia instaura un un principato indipendente. Dopo una breve parentesi sotto il regno di Giorgio V il brillante (1318-1346) la Georgia riprende il suo declino e all’inizio del XV secolo le truppe di Tamerlano mettono il paese a ferro e fuoco, devastando i santuari cristiani. Sempre più divisa, nel 1490 la Georgia si scinde in tre regni indipendenti: la Karthlia, la Kakhezia e la Iremezia attorno ai quali gravitano una miriade di principati e ducati come la Mingrelia, la Guria, l’Abkazia e la Samtskhé. Sia i persiani che i turchi effettuano incursioni e rapiscono donne georgiane che vengono vendute come schiave in tutto il mondo musulmano. Malgrado questo sbriciolamento e guerre civili sanguinose il paese saprà preservare la sua identità, incarnata dalla famiglia Bagration con diversi suoi esponenti a capo dei regni principali. Finalmente nel 1762 la Karthlia e la Kakhezia si liberano dalla tutela persiana e vengono unite dal re Eraclio II che nel 1783 si pone sotto la protezione dell’Impero Russo col trattato di Giorgievsk. Nal 1798 alla sua morte, gli succede il figlio Giorgio XII che, debole e indeciso dovrà fronteggiare gli appetiti dello zar Paolo I il quale sancirà l’annessione dei due regni, Il 18 dicembre 1800 confermata il 12 settembre 1801 dal figlio Alessandro. Nel frattempo il reggente Davide, figlio di Giorgio XII tenta di resistere ma viene deportato in Russia con molti altri principi della sua famiglia. Dieci anni dopo anche il re d’Imerezia Salomone II, vassallo nominale dell’Impero Ottomano, viene detronizzato dal potente vicino ortodosso e da allora i Bagration saranno integrati nell’alta aristocrazia russa illustrandosi come militari, come l’eroico generale Piotr Bagration ferito mortalmente nel 1812 nella battaglia di Borodino contro Napoleone, o come Piotr Romanovic Bagration, governatore delle provincie baltiche e ingeniere metallurgico. Dopo la rivoluzione d’Ottobre e l’instaurazione del potere sovietico in Georgia nel 1921, molti Bagration emigrano nell’Europa occidentale. Uno di essi, il principe Irakli Bagration-Moukhransky (1909-1977) si proclama Capo della Casa Reale: dal suo primo matrimonio con la contessa romana Maria Antonietta Pasquini dei conti di Costafiorita nascerà a Roma un figlio Giorgio, la madre non sopravvisse al parto e mori’ dandolo alla luce il 22 febbraio 1944. Nel 1994 i resti di Irakli vennero trasferiti nella cattedrale di Svetitskhoveli, in Georgia. La repubblica di Georgia riconosce ufficialmante il principe Giorgio come erede della dinastia storica, che presto potrebbe salire sul trono col nome di Giorgio XIII. Una sorella di Irakli l’ultranovantenne granduchessa Leonida (nata nel 1914) sposo’ il granduca Vladimir Romanov (1917-1992) riconosciuto capo dalla Casa Imperiale Russa, la loro unica figlia Maria è attualmente uno dei pretendenti al Trono Imperiale. Invece, il più accreditato erede al Trono della Georgia unita è il princpe Irakli Bagrationi di Imereti, sostenuto dalla potente Chiesa Ortodossa e dalla maggior parte dei monarchici e dei nobili caucasici.
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